Riproduzione dal n. 232 di "Noi famiglia & vita"
di Benedetta Verrini
C’è chi proprio non se l’aspettava, e ha vissuto la notizia della separazione del proprio figlio (o figlia) come un fulmine a ciel sereno. C’è chi invece già «sentiva» che era nell’aria
(«Litigavano in continuazione!») e chi addirittura ha finito per vedere avverarsi una sorta di profezia («Te l’avevo detto che non era la persona giusta per te!»). Sono le tante voci e
testimonianze di nonni e nonne coinvolti, loro malgrado, nelle vicende di separazione della seconda generazione e che guardano con preoccupazione, a volte con angoscia, ai loro nipotini e al loro
benessere. A raccogliere queste testimonianze, attraverso un intenso lavoro di interviste vis-à-vis e di approfondimento delle ricerche internazionali sul tema, la psicologa Costanza Marzotto,
autrice del libro Separazione. Sempre al tuo fianco, una guida pratica a misura di nonni, in uscita per San Paolo, che affronta tutte le problematiche connesse alla separazione dei figli e al
«portare in salvo la relazione» con i nipoti.
Questo perché nelle separazioni di oggi – sempre più numerose e, sottolinea l’autrice, sempre più «normalizzate», quasi non lasciassero conseguenze – è invece evidente «il bisogno dei bambini di
sapere che posto occuperanno nella geografia familiare. La posta in gioco, per loro, è la continuità dei legami, la speranza di essere ancora oggetto dell’amore dei due genitori e dei quattro
nonni », spiega la Marzotto, che nella sua esperienza di mediatrice familiare e conduttrice di Gruppi di parola per figli di genitori separati ha raccolto centinaia di casi. Molti figli del
divorzio, infatti, non solo si trovano a fronteggiare condizioni di vita differenti (cambiamenti di abitazione, di scuola, a volte trasferimenti in altre città), ma spesso si sentono rifiutati,
isolati e impotenti, a gestire un desiderio di riconciliazione impossibile tra i loro genitori, a vedere interrotte abitudini e tradizioni familiari (i pomeriggi dalla nonna, il Natale a casa
degli zii).
In questo senso, la domanda principale che si pongono i nonni è: come possiamo aiutarli a superare questa sofferenza?
«Quello che puoi offrire è l’esempio, e il nostro matrimonio era felice», dice nonna Luisa. «Ora qualcosa tra mia figlia e mio genero non va, e io non l’ho certo sostenuta nella scelta
separativa, cosa che forse gli altri nonni hanno fatto. Il rispetto reciproco è il valore più importante da portare avanti e le cose che vedo le tengo nel mio cuore e le medito».
«Una separazione mette allo scoperto la complessità delle relazioni familiari», spiega Marzotto. «Se in genere l’intesa tra nonni e nipoti è semplice, non così automatica è l’intesa coi figli,
che a questo punto non sono solo figli, ma anche coniugi di qualcun altro, e genitori di una terza generazione, per cui è necessario tener conto di nuore, generi e delle loro famiglie, e non
solo».
«Certamente ti viene il malanimo vedendo tuo figlio soffrire», dice un’altra testimone, nonna Maria. «Ma questo non dovrebbe inficiare il rapporto con i nipoti. Provo una totale apertura e
accoglienza nei loro confronti, anche se l’apprezzamento per la loro madre non c’è mai stato».
Al centro del contendere, spesso, c’è il diritto di continuare a vedere i propri amati nipotini. «A volte il conflitto tra gli ex coniugi si allarga tra le generazioni e alcuni genitori molto
offesi e arrabbiati si oppongono alla continuità relazionale», spiega l’autrice. Un esempio? La mamma che alloggia in una casa di proprietà del suocero, deciso a farla traslocare perché la
considera «iniziatrice » della separazione, quando ecco che lei diventa contraria agli incontri nonni- nipoti. Oggi la legge 54 del 2006 (la famosa norma che ha istituito l’affidamento condiviso
dei figli), dice espressamente che: «In caso di separazione dei genitori, i figli hanno diritto di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo
genitoriale». «È la conferma dell’importanza dei nonni nei legami familiari, sia dal punto di vista affettivo sia da quello etico, in quanto rappresentano gli alberi maestri e le radici del corpo
famigliare », scrive la Marzotto, aggiungendo però una domanda cruciale: incontrare un nipote dietro ordinanza del magistrato, come trasformerebbe il legame? «Nella mia indagine, però, non ho
incontrato nessuno che sia ricorso al giudice per far valere i propri diritti. Nonna Elvira e nonno Gianni, ad esempio, soffrono in silenzio per l’ostruzionismo della nuora a far incontrare loro
i nipoti, ma non si rivolgerebbero mai al tribunale per far valere questo diritto».
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