Riproduzione parziale dal numero 261 di "Noi in famiglia" del 28/03/2021
Consulenza di Marco Gui
(direttore Centro benessere digitale, Università Milano-Bicocca)
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RIVEDERE LE NOSTRE ABITUDINI DIGITALI PER DARE IL BUON ESEMPIO AI FIGLI
Come noi genitori gestiamo il nostro rapporto con il digitale? Utilizziamo lo smartphone in ogni istante? Anche durante il pranzo? Magari anche prima di addormentarci? Siamo sempre connessi e
sempre pronti a rispondere, anche in alcuni momenti in cui la nostra attenzione dovrebbe essere rivolta solo ai nostri figli? Sbagliatissimo. Anche perché, se è questo il nostro 'stile digitale',
non possiamo lamentarci che poi anche i figli facciano lo stesso. Quindi rivediamo le nostre abitudini. Anche per il digitale l’esempio – e non la parola – è il più potente mezzo educativo.
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PIANIFICARE CON CURA IL LORO TEMPO DIGITALE
Educare a una pianificazione della giornata digitale, senza sovrapporre le varie attività. Si tratta di una regola importante che la digitalizzazione pervasiva e questo periodo di pandemia hanno
reso ancora più importante. Noi genitori dobbiamo essere i primi a pianificare la nostra giornata digitale, rispettandone i tempi. Lo stesso vale per i figli. Si tratta di un aiuto importante.
Dad a parte, occorre che nel pomeriggio si decidano insieme le ore in cui si studia, in cui si sta davanti a un videogioco e, altrettanto importante, si fa attività fisica. Magari in questo
periodo uscire a fare due passi o una corsetta non è così allettante, ma proprio per questo occorre imporre e imporsi di farlo in modo cosciente. Sarà importante per noi e per i figli.
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NON MESCOLARE L’ATTENZIONE AI FIGLI E ALLO SMARTPHONE
Ci sono alcuni momenti in cui tutta la nostra attenzione dev’essere rivolta ai figli, senza intromissioni digitali di alcun tipo. Per esempio quando andiamo a prenderli a scuola e ci raccontano
come sono andare le cose. Quando la sera, prima di dormire, ci parlano dei loro problemi e ci aprono il cuore. Naturalmente quando si prega insieme. Mai insomma dare l’impressione che la
comunicazione digitale sia più rilevante dell’attenzione che loro ci chiedono. Questo errore, il cosiddetto 'phubbing' (snobbare gli altri per guardare il cellulare), è già al centro di varie
ricerche psicologiche che approfondiscono la sofferenza derivata ai più piccoli dalle distrazioni digitali dei genitori e degli adulti in genere. Quindi spegnere o silenziare è talvolta buona
norma.
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«ADESSO DEVO RISPONDERE» SPIEGARLO SEMPRE AI RAGAZZI
Ci sono circostanze in cui dobbiamo proprio rispondere o inviare un messaggio. Oppure alcuni momenti della giornata in cui smartphone e pc sono indispensabili e insostituibili strumenti di
lavoro. Occorre spiegarlo con semplicità e chiarezza ai figli che comprenderanno bene la differenza tra necessità di lavoro e svago digitale.
Sarà un esempio importante anche il modo con cui noi ci comportiamo sui social.
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IMPOSTARE FILTRI DI PARENTAL CONTROL
I filtri non sono la soluzione decisiva, ma possono essere un aiuto importante. Mettono al riparo i più piccoli (fino a 10-12 anni) da rischi inutili. Mentre agli occhi dei più grandi (12-16
anni) – che imparano presto ad aggirarli – rappresentano comunque un messaggio simbolico che segna il limite della trasgressione. I preadolescenti cioè sapranno comunque che quello è il limite
fissato dai genitori. Se vanno oltre, sanno di fare qualcosa di sbagliato.
6
VIA LO SMARTPHONE AI PASTI E PRIMA DI DORMIRE
Mangiare con gli occhi fissi sullo schermo è deleterio per la digestione.
Rispondere a mail, messaggi e utilizzare i social prima di dormire si traduce in una stimolazione visiva e cognitiva che nuoce al sonno.
Quindi opportuno spegnere lo smartphone a tavola e almeno mezz’ora prima di andare a letto. Non potete proprio? Almeno silenziate il dispositivo e proponetevi di rispondere successivamente.
I figli faranno lo stesso.
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PROPORRE UTILIZZI POSITIVI DEL MONDO DIGITALE
Evitare di far passare il messaggio che tutto il digitale, extra lavoro e dad, sia negativo.
Proprio per questo dobbiamo abituarci a fare regolarmente qualcosa di positivo insieme ai figli (pianificare una vacanza, fare un video per i nonni). Loro imparano da noi l’approccio critico
sulle cose, l’adeguatezza della comunicazione, qualche principio di estetica. Noi da loro un approccio più disinvolto al digitale e magari qualche novità sui trend giovanili.
8
TROVARE OCCASIONI DI CONFRONTO CON ALTRE FAMIGLIE
Il confronto con altre famiglie ci fa sentire meno soli. Alcune scelte, se condivise con altre famiglie, possono essere più sopportabili agli occhi dei figli.
Per esempio: quando arriva lo smartphone? Se, insieme alle famiglie dei compagni di scuola e degli amici dei nostri figli, ci accordiamo sulle stesse modalità, la decisione acquista una forza
diversa. Anche l’eventuale attesa dello smartphone (mai prima dei 12 anni). Meglio ancora se tutto viene deciso collettivamente nel gruppo classe. Anche la scelta sui videogiochi è importante non
restringerla alla nostra famiglia.
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