Le difficoltà fanno parte dell’evoluzione della vita della coppia; questo perché la relazione di coppia, come la vita in generale, non è statica, ma è dinamica, in continua evoluzione nel
tempo. Dal primo incontro, passando per la formazione della coppia vera e propria, i sentimenti che legano i due individui sono in continua mutazione. In una coppia stabile e duratura si
condivide quasi tutto: le vicende della vita, godendo delle sue tante gioie e affrontando anche i suoi tanti dolori. Attraversare queste esperienze cambierà moltissimo le due singole persone e
anche la loro relazione.
Questi cambiamenti possono da un lato spingere la coppia verso un cambiamento evolutivo positivo o, al contrario, possono spingerla verso una profonda crisi.
Proprio in questa fase si sente la necessità di un aiuto esterno che permetta ai due di salvaguardare la relazione.
Intraprendere un percorso di accompagnamento alla coppia non è utile soltanto per risolvere problemi in fase critica, ma anche per la coppia che non ha problemi, allo scopo di
prevenire futuri conflitti, migliorare la comunicazione e quindi rafforzare e conservare una relazione armoniosa.
Molte persone, purtroppo, vivono rapporti insoddisfacenti; si sentono come paralizzate da una serie di problematiche, presenti all’interno della loro relazione, e lì rimangono in uno stato di
malessere senza riuscire a trovare una soluzione efficace per risolverle insieme e crescere, svilupparsi; altre evitano i problemi o li negano. Facendo così, però, non solo si spegne “la fiamma”
della coppia, ma ci si dimentica del benessere personale e si può entrare in una crisi senza fine, in un tunnel di infelicità.
Se non si riesce da soli a cambiare la situazione, ci si può affidare a un terapeuta o a una organizzazione come AAF - Associazione Aiuto Famiglia che propone anche un aiuto di
tipo esperienziale. I due percorsi non sono alternativi ma sinergici e si arricchiscono vicendevolmente. Non si intraprendono questi percorsi solo perché non si è a conoscenza
della funzione degli stessi.
Vediamo come funziona la terapia di coppia.
La terapia di coppia può rivelarsi uno strumento prezioso di aiuto, sia che si tratti di una persona esperta e esterna che sa riconoscere da dove nascono i problemi, sia che si tratti di
uno specialista; infatti, entrambi possono contribuire a risolvere i problemi ma anche a prevenire diversi conflitti e momenti di crisi all’interno di una relazione.
Oggi sempre più coppie ricorrono a un aiuto esterno di tipo esperienziale o specialistico anche solo per migliorare la comunicazione o per superare i vari conflitti che si possono creare
all’interno di una relazione.
In questi ultimi anni, la terapia di coppia è diventata un’esigenza sempre più frequente e necessaria. Per iniziare a pensare di intraprendere questo percorso, innanzi tutto entrambe le parti
devono essere motivate per affrontarlo insieme. Può capitare però che l’operatore volontario o il professionista ritenga opportuno svolgere anche sessioni individuali con un solo dei
partner.
Prima di affrontare una terapia di coppia è bene quindi tenere in considerazione diversi fattori; la reale motivazione sicuramente è la prima cosa da indagare (o ricercare?).
Un errore da non commettere è poi quello di pensare che questi percorsi siano finalizzati sempre e comunque a salvare la relazione, cercando di tenere insieme i due partner.
L'obiettivo dell’operatore o del professionista, sarà cercare di capire e trovare un modo di aiutare a perseguire in primis il benessere personale di entrambe le persone e poi quello della
coppia, inteso come “insieme”. Ma questo non significa sempre garantire che la relazione continui nel tempo.
Importante per scegliere la persona esperta, è affidarsi a qualcuno specializzato in relazione di coppia e sessualità, perché questo tipo di figura avrà una maggiore conoscenza delle
dinamiche all'interno di una relazione.
I motivi principali più comuni per cui si decide di chiedere aiuto sono: i problemi di comunicazione, giochi di potere, conflitti e discussioni frequenti, problemi di gestione delle emozioni, delusioni, frustrazioni, problemi sessuali, disaccordo sull’educazione dei figli, infedeltà, difficoltà economiche, …
Non sempre la terapia di coppia è una buona idea. Ci sono alcuni casi in cui non è necessario rivolgersi ad un aiuto esterno. Come quando la fine della relazione ormai è chiara e palese e non c’è più niente da fare; in questo caso non si dovrebbe fare riferimento ad una consulenza, a meno che i due si sentano incapaci di mettere il punto alla loro relazione; in questo caso si può richiedere un sostegno per mettere fine ed aiutarli in questo percorso nel migliore dei modi.
Se uno dei due non è d’accordo, situazione piuttosto comune, non è possibile richiedere un aiuto di coppia, poiché l’operatore ha la necessità di coinvolgere entrambi i partner nelle dinamiche. In ogni caso, la persona favorevole al trattamento, potrà iniziare un percorso individuale, per imparare a gestire le tensioni dovute ai conflitti di coppia e acquisire nuovi strumenti per poter favorire la comunicazione. In questo modo, la persona in terapia, mostrando i benefici, fungerà da buon esempio al partner avverso ad un percorso chiarificatore.
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