«Chiediamo aiuto» Storie di coppie che erano in crisi e si sono ritrovate

Pagina di Avvenire del 12 ottobre 2025 dedicata all'Associazione Aiuto Famiglia

 

di Luciano Moia

 

L’ESPERIENZA Da vent’anni “Aiuto famiglia” incontra mogli e mariti che hanno deciso di non arrendersi alla via della separazione, e li sostiene in un percorso di recupero. Un impegno che accomuna diverse associazioni.

 

Incomprensioni, fatiche, momenti difficili: le ragioni per cui sempre più matrimoni arrivano al capolinea sono risolvibili Ne abbiamo parlato con i diretti interessati. 

«Chiediamo aiuto» Storie di coppie che erano in crisi e si sono ritrovate

 

L’ascolto e la parola. Due momenti da cui spesso dipende il destino di una storia di coppia. Potrebbe sembrare una ricetta quasi banale, eppure in molti casi è la soluzione vincente, lo spartiacque tra due decisioni opposte: dirsi addio o ricominciare. Perché nei momenti più pesanti, quando tutto sembra naufragare, il dialogo con lui/lei è sempre più faticoso e ogni parola, ogni gesto, ogni occhiata può diventare motivo di incomprensione, trovare chi ascolta con disponibilità e consiglia con competenza può essere la scelta vincente.

 

Come è capitato a Davide, compagno di Valentina, un figlio di 9 anni. Un momento di crisi, l’incomprensione che cresce, i due partner che si allontanano pur con la speranza di ripartire. Cercano in rete e si imbattono in un gruppo di ascolto che sembra avere tutte le carte in regola. Il primo contatto è positivo e decidono di andare avanti. «Abbiamo un percorso con sedute da remoto, in orario serale, che ci permette di partecipare in modo sereno. Il primo anno ci ha portato un netto miglioramento, mentre l’anno successivo abbiamo aderito a un percorso più ampio, insieme ad altre coppie e persone singole con difficoltà simili. È stato interessante confrontarsi con loro, ascoltare le loro problematiche, capire come le affrontavano ed esporre a nostra volta la nostra esperienza».

 

Anche Marta, una storia d’amore lunga dieci anni, un figlio, racconta il declino relazionale a cui sembrava rassegnata. Quasi che il rapporto fosse scivolato su un piano inclinato da cui sembrava impossibile sfuggire. « Non so esattamente che cosa sia successo: all’inizio eravamo innamorati, ma col tempo qualcosa si è incrinato: è successo gradualmente e ho sentito di avere difficoltà a parlarne con lui». Senza nessuno con cui confidarsi, senza risorse relazionali, con un disagio inespresso in rapida crescita, tutto sembrava destinato a naufragare quando un incontro su Internet ha cambiato il quadro della situazione: « Ho trovato persone capaci e disponibili. Ho avuto modo di confrontarmi con qualcuno che avesse vissuto la mia stessa esperienza e che mi ha permesso di vedere le cose da una prospettiva diversa: non dare solo la colpa a lui, ma riconoscere che entrambi eravamo parte del problema e che anch’io avevo la mia responsabilità». Arianna, è sposata con Daniele, due bambine: una in età scolare, l’altra più piccola. Anche loro, come capita a tante coppie, rischiavano di entrare nel vortice dell’incomprensione e del distanziamento progressivo. La relazione che rischia di spegnersi sommersa dalla routine, dalle troppe fatiche, dagli impegni di lavoro, da distrazioni che, non si sa come mai, s’affacciano proprio quando la rete del rapporto mostra qualche cedimento. Chiedono aiuto, si informano, cercano una via d’uscita e trovano il sostegno decisivo grazie al confronto con altre coppie e al supporto dei facilitatori. «Un supporto discreto, gratuito, amorevole, che – racconta Arianna – talvolta si è espresso anche attraverso un giudizio costruttivo e mai distruttivo. Io e Daniele abbiamo acquisito una serie di consapevolezze. Ora sappiamo che il matrimonio non è un punto di arrivo, ma l’inizio di un cammino bello, intenso e, a tratti, faticoso, che richiede cura, premura, dedizione e sacrificio».

 

Le difficoltà di Giorgio e della sua compagna nascevano dalle modalità di rapportarsi con le rispettive famiglie di origine. Una questione che creava incomprensioni e disagio. Perché quando le tensioni derivanti dalla fatica di comprendere reciprocamente le relazioni con “i miei e con i tuoi”, arrivano a minacciare la serenità della coppia, c’è spesso il rischio di fratture più gravi, spesso insanabili. Anche loro, con una semplice ricerca su Internet, si mettono in contatto con un’associazione e subito vengono accolti a braccia aperte. « In particolare – ricorda Giorgio – la coppia di volontari che ci ha risposto è stata molto comprensiva e calorosa, e mi ha inserito nel gruppo I Viandanti ». Passo dopo passo, hanno la possibilità di conoscersi meglio, di confrontarsi anche privatamente su alcune tematiche. «Il solo fatto di essere ascoltato in un momento difficile, indipendentemente dai consigli ricevuti, mi ha fatto sentire meglio. A chi vive una situazione simile voglio lasciare un messaggio di speranza: fatevi forza, perché ho capito che tutte le relazioni attraversano momenti difficili. Non esiste una relazione perfetta. La differenza tra le relazioni che resistono e quelle che si spezzano sta nella volontà di rimanere insieme e di superare gli ostacoli, anche quando sono complicati – salvo situazioni davvero gravi e insostenibili».

 

La scelta vincente che ha permesso ad Arianna, a Marta, a Daniele, a Giorgio e a centinaia di altre persone di salvare la propria relazione di coppia è stata quella di rivolgersi ad Aiuto famiglia, l’associazione che da vent’anni con il suo Gruppo di mutuo-aiuto I Viadanti, ha messo al centro del suo impegno l’ascolto silenzioso e il sostegno concreto a persone e coppie in difficoltà relazionale. Proprio oggi (vedi box) è in programma l’evento che sottolinea e celebra i primi due decenni di questo singolare percorso solidale. «Vogliamo cogliere l’occasione per rilanciare un messaggio di speranza: nessuna crisi è definitiva, nessuna incomprensione è insuperabile, se si impara a mettersi nei panni dell’altro», spiega il presidente Aldo Delfino. E “Mettersi nei panni dell’altro” è proprio il tema della XVIII Campagna nazionale di promozione dell’armonia di coppia, che l’associazione lancia in occasione dell’anniversario. « Il nostro obiettivo – riprende Delfino – è aiutare uomini e donne a riscoprirsi non come individui isolati, ma come parte di una realtà familiare che cresce e si rinnova nel dialogo e nel rispetto reciproco. Siamo convinti che offrire strumenti per migliorare la qualità delle relazioni non sia soltanto un aiuto alle singole famiglie, ma un contributo alla società intera. Una coppia che ritrova armonia genera fiducia e speranza anche attorno a sé».

 

L’associazione Aiuto Famiglia, che fa parte del Forum delle associazioni familiari, nasce nel 2005 con l’intento di offrire un servizio di ascolto immediato e discreto a chi, in famiglia o nella coppia, attraversa momenti di smarrimento. Nel tempo, i servizi si sono ampliati. Oggi si va dall’ascolto via mail o video per chi cerca un primo contatto anonimo, senza timore di giudizio, ai Gruppi di aiuto online, cioè spazi protetti di condivisione guidati da facilitatori formati. Fino ai test e al “Check-up relazionale gratuito”, un percorso che aiuta le coppie a valutare lo stato della loro relazione e a individuare aree di crescita. « Il filo rosso di questi vent’anni – conclude il presidente di Aiuto famiglia – è stato l’attenzione alle persone, senza discriminazioni di origine, credo, status sociale o convinzioni. Il cuore della nostra missione è ricordare che la famiglia, pur ferita, può sempre rinascere».

 

Un video, tanti testimonial. Obiettivo: esercitarsi a ricostruire

Per celebrare i suoi primi vent’anni, l’associazione Aiuto famiglia ha organizzato un evento digitale. Stasera alle 21 sarà trasmesso su YouTube Premiere un video speciale con la storia dell’associazione, diverse testimonianze da parte di coloro che sono stati sostenuti nel loro rapporto di coppia dai servizi dell’associazione e due interventi di alto livello. Parleranno Chiara Saraceno, tra le più autorevoli studiose italiane ed europee di famiglia e politiche sociali, sul tema “Amarsi oggi: sfide e possibilità delle coppie contemporanee” e Ines Testoni, psicologa e psicoterapeuta, ordinaria a Padova e tra le massime esperte di Death Education e resilienza, che dedicherà il suo contributo alle persone vedove, ma non solo, con una relazione dal titolo “L’Empatia che guarisce: ricordi di vita e solidarietà”. La scelta del tema della Campagna 2025 – Mettersi nei panni dell’altro – sintetizza il cuore del metodo Aiuto famiglia: l’empatia come chiave per ricostruire la relazione. Non un concetto astratto, ma un esercizio quotidiano che richiede coraggio, umiltà e la disponibilità a rivedere sé stessi.